Non si può comprendere veramente il perdono e l’arcano del Distacco questa carta fino a che si rimane prigionieri di uno dei miti sociali più pervasivi e persuadenti: il mito dell’Io.
Una civiltà si costruisce attraverso un complesso di miti. Uno dei miti più forti della nostra civiltà è quello dell’Io.
Porre la centralità della coscienza nell’Io è una scelta sociale. Non era così ai tempi di Omero.
Il proemio dell’Iliade ha inizio con una invocazione (“Cantami o Diva del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti… ”), la quale non lascia dubbi sul fatto che l’Iliade narri le gesta di dei – che sono idee ed emozioni- più ancora che di individui. Fin dall’inizio è chiaro che la protagonista, al fianco dell’eroe, è la dea dell’ira.
Emozioni, idee, sono dei e dee nel loro aspetto invisibile e sono astri e pianeti nei loro aspetti visibili. I cieli cambiano, gli dei si muovono, rimanere fissi sulle proprie posizioni quando il cielo muta significa autolimitarsi.
Un destino è fatto di eventi che devono compiersi di emozioni che devono essere respirate, di idee che devono essere rese manifeste, di sogni che devono essere realizzati. Eventi, emozioni, idee, sogni sono energie intelligenti, nello sciamanismo si definiscono spiriti, nella psicologia del profondo possono essere visti come archetipi, per gli antichi erano divinità. Di fatto non si tratta di accadimenti meccanicistici legati tra loro dalla legge della causa e dell’effetto, questo è un inganno prodotto dalla cieca adesione nel mito sociale. Ma dai miti sociali bisogna risvegliarsi, prima o poi, se si vuole crescere e aspirare alla realizzazione di sé.
Quando un dio decide di muoversi, le idee mutano, le passioni si trasformano. Restare appiccicati, per la logica della coerenza, alla ripetizione di un medesimo comportamento, mentre un dio decide di mettersi in cammino, è come voler rimanere aggrappati al cielo di primavera quando sta per arrivare l’estate e voler trattenere i fiori sugli alberi.
L’esistenza è sorpresa, meraviglia, apparizione. Bisogna saper lasciare andare i fiori, anche se non si ha mai la certezza di cosa verrà dopo: ogni volta i frutti potrebbero non arrivare perché i fiori potrebbero non essere stati impollinati o potrebbe subentrare una tempesta o…. -meraviglia!- potrebbero esserci dei frutti così abbondanti e succosi come mai avesti immaginato. La natura non segue una logica meccanicistica, essa è ciclicità dinamica libera da pregiudizi e ama sorprendere.
Lascia andare ciò che stai trattenendo, non avere paura. Anche se la tua mente non lo vede, il tuo destino ha sempre in serbo per te qualcosa di meraviglioso che supera tutte le aspettative della tua logica mentale. Affidati! In verità nulla sta per accadere, nulla è accaduto e nulla accadrà mai, il divenire è illusione, samsara, è solo come se fosse vero, ciò che conta è unicamente il tuo affidarti. La tua capacità di crederci e di darti, di dire di sì, di lasciare andare e di staccarti dal tuo Io. Il tuo affidarti e abbandonarti è la sola cosa che conta, tutto il resto è miraggio, illusione, creata affinché tu possa dire “Sì!”.
Una certa psicologia da supermercato (da autogrill) insegna agli individui che per avere successo bisogna avere un piano. A scuola ti insegnano che per scrivere una tesi, un tema o un libro devi avere uno schema dell’opera nella mente prima di cominciare. Non è così! Bisogna avere il coraggio di mettere le mani sulla tastiera del computer e lasciarsi guidare. Bisogna essere capaci di lasciare andare il proprio piano in qualsiasi istante. La volontà di lasciare andare è infinitamente superiore alla capacità di essere coerenti. E ancora una volta mi appello agli antichi, a Euripide e al coro delle Baccanti: “Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via.”
Aggiungo alle parole di Selene Calloni Williams
IL TAO – LA PRATICA – le vie per comprendere e assimilare con il cuore e coltivare il pensiero del cuore e non quello della mente.